«Libero Pensatore» (sempre)

La concessione di beni pubblici è una fattispecie complessa, risultante dalla convergenza di un atto unilaterale autoritativo e di una convenzione accessoria o integrativa, fonte di diritti e obblighi reciproci dell’ente concedente e del privato concessionario nell’ambito di un rapporto negoziale bilaterale (c.d. concessione-contratto).

L’atto convenzionale accessivo al provvedimento rientra nella categoria del c.d. contratto ad oggetto pubblico, nel quale la PA mantiene la sua tradizionale posizione di supremazia, con la conseguenza che il rapporto amministrazione/concessionario, proprio in ragione delle sue peculiarità originate dall’inerenza all’esercizio di pubblici poteri, non ricade in modo immediato e integrale nell’ambito di applicazione delle disposizioni del codice civile (ai sensi dell’art. 11, comma 2, della legge n. 241 del 1990, che richiama i soli «principi del codice civile in materia di obbligazioni e contratti»).

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La decadenza delle concessioni demaniali marittime

La decadenza delle concessioni demaniali marittime

La concessione di beni pubblici è una fattispecie complessa, risultante dalla convergenza di un atto unilaterale autoritativo e di una convenzione accessoria o integrativa, fonte di diritti e obblighi reciproci dell’ente concedente e del privato concessionario nell’ambito di un rapporto negoziale bilaterale (c.d. concessione-contratto).

L’atto convenzionale accessivo al provvedimento rientra nella categoria del c.d. contratto ad oggetto pubblico, nel quale la PA mantiene la sua tradizionale posizione di supremazia, con la conseguenza che il rapporto amministrazione/concessionario, proprio in ragione delle sue peculiarità originate dall’inerenza all’esercizio di pubblici poteri, non ricade in modo immediato e integrale nell’ambito di applicazione delle disposizioni del codice civile (ai sensi dell’art. 11, comma 2, della legge n. 241 del 1990, che richiama i soli «principi del codice civile in materia di obbligazioni e contratti»).

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In via generale, il seggio elettorale costituisce un collegio temporaneo[1], finalizzato a garantire la partecipazione al voto e il relativo risultato, che sommato a tutti i voti dei seggi, consente di proclamare l’esito della consultazione: la libera manifestazione di un primario diritto fondamentale («il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico», ex art. 48, comma 2, Cost.)[2].

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Cancellazione del presidente di seggio dall’albo

Cancellazione del presidente di seggio dall’albo

In via generale, il seggio elettorale costituisce un collegio temporaneo[1], finalizzato a garantire la partecipazione al voto e il relativo risultato, che sommato a tutti i voti dei seggi, consente di proclamare l’esito della consultazione: la libera manifestazione di un primario diritto fondamentale («il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico», ex art. 48, comma 2, Cost.)[2].

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La sez. I del TAR Basilicata, con la sentenza 9 aprile 2025, n. 236 (Est. Mastrantuono), rigetta una richiesta di accesso ad una serie di documenti prodotti (adottati) dall’Amministrazione negli ultimi undici anni (riferiti ad incarichi legali), ove il diniego è giustificato dal fatto che gli atti risultano già pubblicati, dunque, ostensibili (visibili) direttamente mediante accesso al sito istituzionale: un’attività materiale non complessa e agevole.

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Limiti all’accesso (emulativo) del consigliere comunale

Limiti all’accesso (emulativo) del consigliere comunale

La sez. I del TAR Basilicata, con la sentenza 9 aprile 2025, n. 236 (Est. Mastrantuono), rigetta una richiesta di accesso ad una serie di documenti prodotti (adottati) dall’Amministrazione negli ultimi undici anni (riferiti ad incarichi legali), ove il diniego è giustificato dal fatto che gli atti risultano già pubblicati, dunque, ostensibili (visibili) direttamente mediante accesso al sito istituzionale: un’attività materiale non complessa e agevole.

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Il comma 3, dell’art. 31, Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali, del DPR n. 380/2001, nella sua chiarezza espositiva dispone che «se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune», esprimendo una forza ripristinatoria (caratterizzata per il fatto che attiene al bene e non al reo) e sanzionatoria (dell’ablazione della proprietà) ad efficacia condizionata e differita, essendo previsto ex lege il termine dilatorio di novanta giorni per conformarvisi, rilevando che l’atto è privo di discrezionalità, essendo vincolato all’accertamento dell’abuso: l’inottemperanza.

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Inottemperanza all’ordinanza di demolizione disposta del giudice penale

Inottemperanza all’ordinanza di demolizione disposta del giudice penale

Il comma 3, dell’art. 31, Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali, del DPR n. 380/2001, nella sua chiarezza espositiva dispone che «se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune», esprimendo una forza ripristinatoria (caratterizzata per il fatto che attiene al bene e non al reo) e sanzionatoria (dell’ablazione della proprietà) ad efficacia condizionata e differita, essendo previsto ex lege il termine dilatorio di novanta giorni per conformarvisi, rilevando che l’atto è privo di discrezionalità, essendo vincolato all’accertamento dell’abuso: l’inottemperanza.

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In presenza di un vizio del provvedimento (violazione di legge per contrasto con una norma superiore) l’Amministrazione dispone del potere di annullamento di ufficio, in mancanza del quale l’atto disperde nel tempo i propri effetti (non corretti con l’assetto ordinamentale), dovendo, al contempo, osservare che a fronte di questo limite (inerzia della PA) vi è stata un’apertura giurisprudenziale[1], secondo la quale si potrebbe invocare in giudizio (a cura del giudice) l’inapplicabilità della norma (che l’Amministrazione avrebbe potuto rimuovere esercitando l’autotutela).

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Disapplicazione di un regolamento in contrasto con la Costituzione

Disapplicazione di un regolamento in contrasto con la Costituzione

In presenza di un vizio del provvedimento (violazione di legge per contrasto con una norma superiore) l’Amministrazione dispone del potere di annullamento di ufficio, in mancanza del quale l’atto disperde nel tempo i propri effetti (non corretti con l’assetto ordinamentale), dovendo, al contempo, osservare che a fronte di questo limite (inerzia della PA) vi è stata un’apertura giurisprudenziale[1], secondo la quale si potrebbe invocare in giudizio (a cura del giudice) l’inapplicabilità della norma (che l’Amministrazione avrebbe potuto rimuovere esercitando l’autotutela).

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Nella gestione del ciclo di vita (quasi un essere umano) di un appalto (dalla sua ideazione al collaudo) il RUP svolge un ruolo fondamentale nella sua gestione, sicché ogni modificazione in corso di esecuzione (perizia di variante) esige un’istruttoria a sua giustificazione: compito precipuo del RUP (obblighi istituzionali) è quello di effettuare i dovuti controlli, che consistono nel verificare la correttezza e la legittimità degli atti tecnici e amministrativi relativi al procedimento di cui è responsabile: responsabilità propria, mentre nel caso di valenza esterna affidata ad altro soggetto (il dirigente) siamo in presenza di una responsabilità in vigilando[1].

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Profili di responsabilità erariale nell’esecuzione di lavori pubblici

Profili di responsabilità erariale nell’esecuzione di lavori pubblici

Nella gestione del ciclo di vita (quasi un essere umano) di un appalto (dalla sua ideazione al collaudo) il RUP svolge un ruolo fondamentale nella sua gestione, sicché ogni modificazione in corso di esecuzione (perizia di variante) esige un’istruttoria a sua giustificazione: compito precipuo del RUP (obblighi istituzionali) è quello di effettuare i dovuti controlli, che consistono nel verificare la correttezza e la legittimità degli atti tecnici e amministrativi relativi al procedimento di cui è responsabile: responsabilità propria, mentre nel caso di valenza esterna affidata ad altro soggetto (il dirigente) siamo in presenza di una responsabilità in vigilando[1].

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